Facce & Ricordi

La vita si costruisce giorno per giorno anche (ri)mettendoci la faccia

2019

Pérouge - Francia. Città medievale, splendida nella sua artificiosa e scenografica natura. Si dice che si torva sempre nel luogo in cui si è amata la vita e lì in quell'angolo del Dipartimento dell'Ain ho amato e continuato ad amare la vita...

2018

Mazara del Vallo - Sicilia. La più berbera, la più araba delle città di Sicilia. Bellissima nella sua colorata essenza di fusione tra nord e sud, tra oriente ed occidente, tra passato e futuro...

2017

Bruggia, o come dicono da quelle parti Brugge o Bruges - Belgio. Una città incantevole che tra buona cucina, merletti, ponti, acqua, cigni e birra ci ricorda che le fortune umane sono frutto di uomini e donne fortunati...

2016

Cava Santa Domenica - Ragusa. Un angolo di selvaticume nel cuore della città, tra cascate, ruscelli, flora ripariale, umidore e verdore, i rumori lontani della vita cittadina sembrano lontani e vivi come solo i ricordi sanno essere...

2015

San Lorenzo. Ancora parte di mare, tra bouganvillea e sabbia dorata. Il riposo? No, è cosa che riguarda gli altri; io non riposo mai e se pare lo faccia è una mera illusione: la vita non è quiete ma fatica quotidiana

2014

Marina di Modica. Non amo il mare, non lo amerò mai, ma amo la sabbia che disegna onde di pietra, amo le tamerici e i gigli che si aggrovigliano dando accoglienza a lucertole verde smeraldo e scarabei dai riflessi bluastri...

2013

Ginevra (Svizzera). Freddo boia, umidità lancinante. Una città splendida e meravigliosa che al mondo ha dato nulla, poco e tutta se stessa. Ha dato ospitalità a tutto il pianeta e questo fatto, questo fatto da solo, la rende meritevole di essere rispettata sopra ogni altra città.

2012

Ragusa. Oggi o domani. Ieri o l'altro ieri, che importanza ha se l'indolenza dei giorni rende tutte le cose parimenti splendenti e abbacinanti? Sarà...

2011

La funiculaire de Saint-Hilaire-du-Touvet. C'è qualcosa che sorprende, ammalia, incanta. Una magia che ha il sapore di un tempo dimenticato fatto di sanatori, montagne incantate, romanzi e decadenze. E poi il fiato si ferma, per un istante, per due, per tre... Ma poi riprendi a respirare ché sennò rischi di tirare le cuoia.

2010

Ragusa. Felicità è un bicchiere di vino e un panino? C'è gente che non sa nemmeno quel che dice eppure sa dire delle grandissime verità. Prosit!

2009

Caltagirone. Il tempo passa, lascia segni profondi e indimenticabili, ma dentro siamo sempre più uguali, fedeli a noi stessi: un'illusione? può darsi, ma cosa possiamo fare di più?

2008

Etrez (Francia). Le cose belle sono fatte di una sostanza impalpabile, buona e semplice, come il pain de campagne, come le bacche raccolte in giardino, come l'odore dell'erba tagliata. Le cose belle ci rendono migliori.

2007

Fenis (Val d'Aosta). Qui ci sono tante persone care. Mai terra è così lontana dalla mia, eppure tutto qui mi ricorda i miei luoghi, i miei affetti, i miei legami con un mondo ctonio, profondo, marcato dal tempo smarrito. Tra terra e cielo, tra verde e azzuro, nel silenzio delle valli, nel languore della sua gente..

2006

Venezia è un trucco. Il caro Hugo Pratt, che la città la conosceva bene, sorriderebbe sornione a questa iperbolica banalità. Venezia è un imbroglio, una canzone triste, "manda cattivo" odore e fa quasi inciampare il respiro nei denti... Vero, ma poi per errore imbocchi una calle che non pensavi, e ti ritrovi in una Corte magica in cui i bambini giocano ancora al calcio...

2005

Grenoble. È una città in una conca: calda d'estate, fredda d'inverno. Grenoble città con un piede in Francia e un alluce, un piccolo alluce nel Bel Paese.Città di Stendhal...

2004

Ragusa. Si festeggia il primo anno di vita della rivista Operaincerta. Un'avventura lunga, piena di ostacoli e ripensamenti, testardamente continuata contro maree e tempeste, anche grazie a collaboratori dal cuore grande come il cielo.

2003

Marina di Ragusa. Una nuova città in cui abitare. Indecisa tra mare e terra. Ragusa città che, come i Moai dell'isola di Pasqua, volta le spalle al "Grand Blue". Non sa interpretarlo, non sa affrontarlo, non vuole pensarlo.

2002

Catania, Stadio Cibali. Il Cibali resta il Cibali. L'affetto per una città che fa tenerezza, patetica e tradita dalla sua stessa generosità, sbruffona e ingenua come poche altre, violenta e servizievole...

2001

Buellas (Francia). E poi si cresce: arrivano i figli, e senza nemmeno accorgersene sconvolgono la vita di sempre, danno tutto quello che possono dare, ed esigono tanto... Ma è questa la vita, è questo il segreto della catena interminabile delle generazioni?!

2000

Catania, via Umberto. "Si ritorna senpre nel luogo in cui si imparato ad amare la vita". Alla fin fine questa città sporca e insulsa, la si è amata profondamente. Amata per quel che ci ha saputo rubare. E Catania mi ha tolto l'innocenza, mi ha rapito il cuore. A Neruda Santiago, a me Catania: io sono stato al suo fianco, ma lei non è stata al mio.

1999

Lione (Francia). Ancora una volta, ancora una città in cui vivere, reinventare nuove storie. Iniziare, iniziare, iniziare di nuovo... Ma è possibile scordarsi da dove siam venuti? Un calore umano sorprendente, una civiltà ammirevole, una cucina accogliente...

1998

Vieux Lyon - Lione. Un vecchio bar, voci soffuse, fòrmica e boiserie, tutto un po' usurato. Si può avere nostalgia di un tempo che non si è conosciuto, di volti che non si sono incontrati e di atmosfere che non si sono vissute?

1997

Norcia. L'allegra brigata parte da Mineo alla conquista dei teatri del mondo. Un carro di Tiespi spinto a forza da guitti. Scrittura di drammi, la regia, la ricerca di un improbabile pubblico. Gli attori sono mentitori, fingono con se stessi, fingono con gli altri, confondono le cose... Bella l'Umbria, anche più del teatro...

1996

Amiens. Non esistono posti brutti o posti belli. È il nostro sguardo e il nostro cuore che rendono quattro cardi selvatici rinsecchiti, cresciuti e morti accando a un viottolo, un cespuglio superbo di Rose di Piccardia. Amiens, la patria immaginifica di cattedrali gotiche e Giulio Verne. Freddo e umido nord di una Francia lontana. Giorni sereni e sempre presenti...

1995

Fontane bianche. Il mare, la sabbia, la Sicilia migliore, giusto per dimenticare quella peggiore. Non amo il mare, non particolarmente, però...

1994

Freiburg im Breisgau (Germania).Il "famoso" minatore turco, abitante anche lui di quella bizzarra nazione. Era un paese reale, non si trovava sulle carte geografiche, sarebbe stato inutile cercare, eppure il Libero Stato dell'Erasmusland era vero. Se un briciolo d'Europa si è tirato sunon lo si deve alla Banca Centrale o alla Commissione Europea. Lo si deve ai tantissimi ragazzi che hanno voluto incontrarsi l'un l'altro.

1993

Mineo. Ancora una piccola avventura. I tour del Centro Culturale Permanente "Paulu Maura". Sotto Castelluccio, il maniero dei Grimaldi, il Castello di Serravalle e le escursioni culturali dell'associazione... Prima che il tempo facesse cadere come petali stanchi di vivere, petali secchi una dopo l'altra le persone, ma allora non lo sapevamo. Nel frattempo esperimenti di scrittura, di teatro, di grafica.

1992

Mineo. Qualcosa dovevamo capire che non funzionava. Avevano ammazzato giornalisti, poliziotti, magistrati, uomini comuni e madri di famiglia eppure non avevamo capito quasi nulla di quel che stavamo diventando. Poi ammazzarono Falcone, poi ammazzarono Borsellino... e la nostra identità si caricò di un valore più grande, la giustizia...

1991

I fine settimana a casa a Mineo. Un rito, un'usanza... La quieta atmosfera familiare con i fratelli, con i genitori. E poi l'impegno il Centro Culturale Permanente: Mineo che quando ti entra nel cuore, per quanto tu la tradisca, sa perdonarti, ogni volta, ancora una volta, tutte le volte.

1990

Castello di Karlštejn (allora come sempre nella memoria di chi ha vissuto prima del 1989, Cecoslovacchia). Ancora un viaggio di formazione: "Deciso Lingue e letterature straniere moderne" Nel frattempo passeggiate nell'umidore di una Praga non ancora ostaggio di McDonald e turisti d'asporto. "Scusi dov'è la casa di Franz Kafka?" "Quale? ne ha cambiate parecchie!"

1989

La nostra storia, la nostra di noi miopi, si potrebbe raccontare attraverso gli occhiali che abbiamo indossato: belli o brutti, discreti o appariscenti, moderni o demodé, celluloide o metallo, da sole o da soli... Drôle d'année il 1989. Attesa, ancora attesa...

1988

Ah l'amore. L'incontro della mia vita. Ritorno all'ordine: servizio militare, attesa e un nuovo inizio da cui ripartire. Cosa fare? Sempre meno capelli e un po' di barba in più... E l'amor? Che cos'è l'amor? Ecco, trovato.

1987

Torino. Grande città del Nord. La lezione paterna mi raccontava di un Piemonte che poi scoprii estinto. Io ci andavo per l'Olivetti d'Ivrea e per Scienze dell'Informazione a Torino. Trovai un mondo nuovo fatto di affetti e legami. Era una nuova fase, nuove persone, un mondo tutto nuovo con cui confrontarsi, pieno di promesse e stupendamente stimolante. Mattoni di un edificio solido e duraturo. Cos'eravamo allora?

1986

L'anno del diploma e di altri grandi cambiamenti. Come può non essere uno stravolgimento la maturità? La feci senza miti, semplice come bere un bicchiere d'acqua, tutto solo studiavo alla Villa Vecchia senza pensare al dopo: università o lavoro?. Per noi informatici il mondo era pieno di cose da fare, almeno così ci raccontavano tutti, e noi ci credevamo...

1985

Era stato un grande uomo, un grande medico, a farci scoprire, noi ragazzini di paese, la magia del territorio. Tra suggestioni bonaviriane e racconti dei tempi antichi, le scappate a Fiume Caldo accompagnarono tutta la nostra adolescenza. Io e i miei amici giocavamo a fare i rambo, giocavamo a vivere la libertà dei ragazzi di via Pál e di quelli del signore delle mosche...

1984

Gli occhiali li avevo voluti, voluti fortemente, ma arrivò il momento in cui volli cambiare radicalmente: il 1984 fu l'anno della mia rivoluzione tutta personale: abbandonare casa, andare a vivere in città, incontrare gente proveniente da mezza Sicilia e avere a che fare con uno stravolgimento epocale: tutto iniziò dai Vic 20, Commodore 64, Spectrum, Apple IIe ecc.

1983

Capelli allora ce n'erano, e pure tanti. Primi anni si superiore, poco studio, molta TV, qualche amico e creatività sperimentata in quasi tutti i campi possibili dell'agire umano... anche allora il mondo pareva lieve e bello: l'Italia campione del mondo, il terrorismo era morto, Pertini e Totò Cutugno incarnavano la nostra identità e io... io avevo tutti i miei capelli.

1980

Il primo viaggio. seconda media: Rimini, San Marino, Venezia, Firenze ecc. Non ero mai uscito fuori dall'isola e tutto mi sembrava diverso: l'erba era diversa, la vita notturna era diversa, il sapore delle cose era diverso, lo sguardo delle persone era diverso, alla fine, al ritorno a casa, ad essere diverso ero proprio io...

1977

Dieci anni. La prima comunione. Il colore corrotto della foto ci riporta a quegli anni lontani. Solo il blu notte e i pois (in realtà quadratini) della mia giacca pare non esser sbiadito. Ricordo la levità di quei giorni e la gioia di accogliere quella che allora credevo fosse una grande verità...

1973

Ricordo, sì, mi ricordo... Era un matrimonio, ricordo anche il cappottino, ma non ricordo cosa, in quel preciso momento mi avesse distratto: facevo i capricci, un cameriere era inciampato scaraventando il vassoio sugli invitati, volevo tornarmene a casa?

1972

A cinque anni. La prima tranche di scuola materna. A Mineo, una scuola gestita da suore. Non ricordo la loro faccia ma l'interminabile tragitto che a piedi facevo da casa mia fino al piano di Santa Maria Maggiore. In compagnia dell'amico Franco... spesso, molto spesso... non ci arrivavamo nemmeno, distratti da cose impreviste incontrate lungo la Stratalonga...

1970

Un compleanno del figlio minore dei più cari vicini di casa. Quel che guarda con tanta attenzione questo marmocchio è la torta, torte di altri tempi: biancomangiare, pandispagna fatto in casa, bagna di acqua, limone e alloro e una manciata di ciliege candite, rosse e verdi...

1968

Poco più di otto mesi, una foto classica: una pelle di capra blu sintetica, nudo e sorridente... Ultimi attimi di selvaggia libertà? Nella serie di foto c'era anche il fratello maggiore, Sebastiano Benito Agrippino Maria inteso Nello. 1968: da quell'anno il mondo non sarebbe più stato lo stesso... ma io ancora non lo sapevo.